Truffe con carte elettroniche, ogni anno colpiti 3 milioni di italiani

In Italia le vittime di truffe sulle carte elettroniche sono 2,9 milioni ogni anno e in 750.000 ormai non denunciano più. I giovani e i laureati fra i più colpiti

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Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Pubblicato: 21 Maggio 2025 12:25

Sms con false indicazioni, email inviate a scopo phishing, piattaforme farlocche: i cybercriminali si evolvono e un numero sempre maggiore di persone cade in qualche truffa.

Per quanto riguarda le sole carte elettroniche (di credito, di debito e prepagate) nel 2024 le vittime di truffe in Italia sono state oltre 2,9 milioni. Il danno complessivo stimato supera gli 880 milioni di euro.

Domina il phishing, ma crescono social e app

È quanto emerge da un’indagine condotta da mUp Research e Norstat per Facile.it, che fotografa una realtà sempre più preoccupante: l’aumento costante delle truffe digitali, la loro crescente sofisticazione e una platea di vittime molto più ampia e trasversale di quanto si creda.

Le modalità con cui i malintenzionati riescono a sottrarre dati e denaro sono sempre più diversificate. Il phishing via email resta il metodo più diffuso, presente nel 38,1% dei casi, seguito dagli Sms truffaldini (28,4%).

Tuttavia, gli strumenti utilizzati dai cybercriminali si sono evoluti: le app di messaggistica istantanea, come WhatsApp e Telegram, vengono impiegate nel 14,9% dei tentativi, mentre i social network rappresentano il 13,4% delle frodi.

Altri metodi frequenti includono la creazione di siti web falsi (19,4%) e l’uso di finti call center (18,7%), che simulano l’assistenza di istituti bancari o servizi di pagamento per carpire informazioni sensibili.

In sintesi:

  • email (phishing) – 38,1%;
  • Sms – 28,4%;
  • siti web falsi – 19,4%;
  • app di messaggistica – 14,9%;
  • social network – 13,4%;
  • finti call center – 18,7%.

Attenzione, le percentuali sommate superano il 100% perché i numeri sono cumulabili: una stessa vittima può venire esposta a più di un canale di truffa contemporaneamente, come nel caso di chi riceva un contatto su WhatsApp che lo invita a cliccare un certo sito.

Chi sono le vittime

Contrariamente allo stereotipo che vede gli anziani come target privilegiato dei truffatori, l’indagine rivela una realtà opposta: sono i giovani i più vulnerabili. Nella fascia d’età 18-24 anni, la percentuale di vittime raggiunge il 14,1%, seguita da quella 25-34 anni con l’8,5%. La media nazionale si attesta al 6,8%. Ciò si deve probabilmente al fatto che i giovani, rispetto agli anziani, sono maggiormente connessi. Sono, cioè, esposti a un numero maggiore di canali per un maggior numero di ore al giorno.

Un altro dato che sorprende riguarda il livello di istruzione: i laureati risultano i più colpiti, con un’incidenza oltre il doppio della media nazionale. Questo indica che la familiarità con la tecnologia non garantisce necessariamente maggiore sicurezza nell’uso degli strumenti digitali.

Nord Est in testa

Dal punto di vista territoriale, il Nord Est è l’area geografica più colpita, con una percentuale di vittime del 7,9%, superiore alla media nazionale. Seguono le altre macro-aree del Paese, con numeri solo leggermente inferiori, a conferma che il fenomeno è distribuito in modo piuttosto uniforme, ma con picchi significativi in alcune zone.

Uno su quattro non denuncia

Essere vittime di truffe, sempre più spesso, viene considerato un destino ineluttabile: nonostante l’entità dei danni subiti, oltre un quarto delle vittime (26,1%) sceglie di non denunciare la truffa alle autorità. Le motivazioni variano: il 34,3% ritiene il danno economico troppo basso, il 22,9% non crede possibile recuperare il denaro perso, mentre il 20% prova vergogna per essere caduto nella trappola. Un ulteriore 14,3% preferisce non parlarne nemmeno con la famiglia.

E la mancata denuncia alimenta il sottobosco dei crimini digitali che resta spesso fuori dalle statistiche ufficiali. Il suggerimento delle autorità è quello di denunciare sempre, anche solo al fine di permettere la redazione di statistiche più precise.

Educazione digitale al centro

I dati mettono in luce una necessità urgente, ovvero quella di rafforzare l’educazione digitale e di promuovere l’adozione di buone pratiche di sicurezza, a partire

  • dalla verifica della attendibilità dei messaggi;
  • dall’evitare clic su link sospetti;
  • dal tenere aggiornati dispositivi e password.