8 per mille, il Governo ha violato il Concordato? L’accusa di Zuppi

Il presidente della Cei Matteo Maria Zuppi ha attaccato duramente il Governo sul nuovo funzionamento dell'assegnazione dei fondi senza destinazione dell'8 per mille

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Matteo Runchi

Editor esperto di economia e attualità

Redattore esperto di tecnologia e esteri, scrive di attualità, cronaca ed economia

Pubblicato: 4 Giugno 2025 11:46

Il presidente della Cei Matteo Maria Zuppi ha criticato duramente la decisione del Governo di modificare parzialmente la modalità di assegnazione dell’8 per mille, dandosi la possibilità di destinarne la parte non destinata dai cittadini ad alcuni specifici interventi, invece di distribuirla tra le confessioni religiose a seconda della scelta dei contribuenti.

Il Governo ha risposto che la legge emanata aggiunge solo alcune nuove voci alle possibilità di utilizzo dell’8 per mille che lo Stato gestisce, sia quello che i cittadini gli destinano, sia quello non destinato a nessuna confessione. Le cose però non stanno esattamente così.

Zuppi critica il Governo sull’8 per mille

Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei (la conferenza episcopale italiana, che riunisce i vescovi cattolici del nostro Paese), ha criticato la modifica alle modalità di assegnazione dell’8 per mille introdotta dal Governo Meloni.

“La scelta del governo di modificare in modo unilaterale le finalità e le modalità di attribuzione dell’8×1000 di pertinenza dello Stato va contro la realtà pattizia dell’accordo stesso, che ne sfalsa oggettivamente la logica e il funzionamento, creando una disparità che danneggia sia la Chiesa cattolica che le altre confessioni religiose firmatarie delle intese con lo Stato” ha dichiarato Zuppi.

“Sono fiducioso nella composizione del contenzioso, nel rispetto delle finalità proprie per le quali il meccanismo dell’8×1000 è stato istituito e che non possono essere modificate, se non di comune accordo” ha concluso il presidente della Cei, durante il suo intervento al convegno “1985-2025 – Quarant’anni di sostentamento del clero: ieri, oggi e domani”.

La risposta del Governo

Il Governo di Giorgia Meloni ha però ribattuto alle parole di Zuppi, sostenendo che le modifiche non intacchino in nessun modo le risorse a disposizione della Chiesa cattolica o delle altre confessioni religiose che hanno stabilito un rapporto con lo Stato italiano e che quindi possono ricevere l’8 per mille.

“La modifica all’articolo 47 della legge 222/85 fu introdotta dalla maggioranza parlamentare che sosteneva il governo Conte 2 con la legge 157 che convertiva il decreto legge 124 del 26 ottobre 2019, che introdusse la possibilità per il contribuente di poter scegliere direttamente, in caso di scelta dell’8 per mille allo Stato, a quale delle cinque tipologie di intervento destinare il proprio contributo”, si legge in una nota di Palazzo Chigi.

Secondo l’esecutivo, nel 2023 il Governo Meloni avrebbe “semplicemente inserito una sesta finalità al fine di poter sostenere le comunità di recupero dalle tossicodipendenze e dalle altre dipendenze patologiche”

Chi ha ragione sull’8 per mille

Il Governo dice il vero per quanto riguarda le modifiche del 2023, ma Zuppi non si riferisce a quella legge nel suo intervento. Fa invece probabilmente riferimento al regolamento emesso il 13 novembre del 2024, in cui si modificano le regole per l’assegnazione dell’8 per mille non destinato a nessuna confessione.

Ogni anno, i contribuenti possono decidere di destinare l’8 per mille del proprio Irpef a un’organizzazione religiosa, oppure di lasciarlo allo Stato. Prima del 2025, la parte che non veniva destinata a nessuna confessione né allo Stato, veniva distribuita proporzionalmente tra tutti i beneficiari, a seconda di quanti contribuenti li hanno scelti. Un meccanismo che avvantaggiava significativamente la Chiesa cattolica, che riceve il 70% circa dei fondi ogni anno.

Con il regolamento dello scorso novembre, il Governo ha introdotto la possibilità, per sé stesso, di destinare tramite una delibera la parte non assegnata dei fondi dell’8 per mille ai progetti per cui è già previsto l’utilizzo dei fondi destinati allo Stato. È questo il meccanismo che Zuppi critica.

La misura danneggia potenzialmente la Chiesa cattolica, ma non è ancora definitiva. Se infatti il Governo non deliberasse entro il 30 novembre 2025, l’8 per mille raccolto dalle dichiarazioni dei redditi relative al 2024 ma non destinato a nessuna organizzazione particolare sarebbe distribuito proporzionalmente, come in passato. Da qui l’apertura di Zuppi al dialogo, durante il suo intervento.