Mutui lunghi e a tasso fisso sono la formula più conveniente?

L'acquisto della prima casa si conferma la principale motivazione per la sottoscrizione di un mutuo, rappresentando il 92,8% delle richieste. Il fisso resta il mutuo preferito

Foto di Giorgio Pirani

Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

Pubblicato: 24 Maggio 2025 12:10

In un contesto ancora segnato dagli effetti delle politiche monetarie restrittive della Bce e da un generale aumento dei costi di finanziamento, il mercato dei mutui in Italia nel 2024 sta mostrando segnali di adattamento. È quanto emerge dall’ultima analisi condotta da Kìron Partner SpA, società di mediazione creditizia appartenente al Gruppo Tecnocasa, che ha tracciato un quadro dettagliato del comportamento dei mutuatari italiani nei primi mesi dell’anno.

Acquisto della prima casa, la priorità per gli italiani

L’indagine evidenzia come, nonostante il rallentamento registrato nel 2023 sul fronte delle erogazioni, il mutuo mantiene un ruolo centrale nel supportare le famiglie italiane nell’acquisto della casa. Continua a essere percepito non solo come uno strumento di finanziamento, ma anche come una leva di stabilità economica, soprattutto in un periodo di incertezza.

Il dato più evidente riguarda la finalità. Ben il 92,8% dei finanziamenti richiesti è destinato all’acquisto della prima casa. Un segnale chiaro: la casa continua a rappresentare il principale progetto di vita per gli italiani, nonostante le difficoltà connesse all’accesso al credito e all’aumento dei tassi.

Il resto delle altre operazioni presentano percentuali più marginali:

  • il 3,4% riguarda operazioni di sostituzione o surroga del mutuo;
  • il 2,1% delle richieste è destinato all’acquisto della seconda casa;
  • lo 0,7% dei mutui viene richiesto per ottenere liquidità;
  • lo 0,6% è dedicato a costruzione o ristrutturazione dell’abitazione:
  • infine lo 0,2% delle operazioni è legato al consolidamento dei debiti.

Il tasso fisso resta il preferito

Anche per quanto riguarda la tipologia del tasso, le percentuali sono piuttosto nette. Il 95% dei mutuatari ha optato per un mutuo a tasso fisso; la ricerca di stabilità e la possibilità di pianificare con maggiore sicurezza le uscite mensili spingono le famiglie a privilegiare soluzioni che mettono al riparo da future oscillazioni. Il tasso variabile resta marginale, mentre una piccola quota (3,6%) ha scelto il tasso misto.

Anche la durata media dei mutui si conferma in crescita, con un valore medio che si attesta a 26,6 anni. Analizzando le statistiche:

  • il 62,9% dei mutui ha una durata compresa tra 26 e 30 anni;
  • il 18,8% dei mutui si colloca nella fascia 21-25 anni;
  • l’11,5% rientra nella fascia 16-20 anni;
  • il 6,8% ha una durata compresa tra 10 e 15 anni.

Mutui più lunghi ma importi più alti

Nel 2024, l’importo medio di mutuo erogato sul territorio nazionale è stato pari a 119.000 euro, in lieve aumento rispetto ai 115.400 euro dell’anno precedente. Analizzando la distribuzione degli importi, emerge una prevalenza di finanziamenti di medio-bassa entità, con una ripartizione che si concentra soprattutto nelle fasce intermedie.

La suddivisione per fasce di importo mostra che:

  • 2,6% dei mutui ha un importo inferiore a 50.000 euro;
  • 39,9% riguarda mutui con importo compreso tra 50.000 e 100.000 euro;
  • 37,3% dei mutuatari ha ottenuto un finanziamento tra 100.000 e 150.000 euro;
  • 13,9% si colloca nella fascia tra 150.000 e 200.000 euro;
  • 6,4% dei mutui supera i 200.000 euro.

Questa distribuzione indica una maggiore concentrazione di richieste in fasce di importo medio, riflettendo probabilmente sia la capacità di spesa delle famiglie italiane sia l’andamento del mercato immobiliare nazionale.