Nuovo taglio dei tassi Bce, mutui più bassi anche in Italia

Nuovo taglio ai tassi da parte della Banca Centrale Europea e si prospetta un altro intervento per settembre

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Claudio Cafarelli

Giornalista e content manager

Giornalista pubblicista laureato in economia, appassionato di SEO e ricerca di trend, content manager per agenzie italiane e straniere

Pubblicato: 2 Giugno 2025 16:55

La Banca Centrale Europea si prepara a una nuova riduzione dei tassi di interesse. Giovedì 5 giugno è atteso un ulteriore taglio che porterà il tasso sui depositi al 2%. Sarebbe l’ottava riduzione nel giro di un anno. L’obiettivo è quello di sostenere la crescita economica in una fase di incertezza e inflazione instabile.

Tuttavia, le prossime decisioni della BCE potrebbero essere più complesse, anche per via dell’impatto delle misure commerciali degli Stati Uniti e delle difficoltà nel prevedere gli scenari futuri.

Le conseguenze dei tagli

Secondo le rilevazioni di Bloomberg, tutti gli economisti consultati si aspettano che il taglio di giugno venga approvato. Quello che più risulta rilevante è che solo il 64,7% prevede che i tassi rimangano invariati a luglio, mentre il 76,5% prevede un nuovo taglio a settembre. Dopo l’intervento di giugno, però, il consenso tra i membri del consiglio direttivo della BCE potrebbe iniziare a vacillare. Alcuni potrebbero preferire una pausa, soprattutto in considerazione dell’aumento previsto della spesa pubblica nell’Eurozona, a partire dalla Germania. Altri potrebbero invece sostenere la necessità di nuovi stimoli per mantenere il ritmo della ripresa.

Martin Van Vliet, stratega macro globale di Robeco, ha affermato che “qualsiasi ulteriore riduzione dei tassi dovrebbe essere meno meccanica”. Katharine Neiss, capo economista europeo di PGIM Fixed Income, ha osservato che “è molto probabile che il quadro macroeconomico giustifichi tagli a breve termine per sostenere l’economia in questo periodo di incertezza, ma che tassi più elevati siano necessari in futuro, presupponendo che entrino in gioco altre leve politiche, come quella fiscale”.

Il fattore dazi

Un elemento di incertezza importante è rappresentato dai dazi americani, introdotti dall’amministrazione Trump. Queste misure protezionistiche potrebbero influenzare l’andamento dei prezzi e la crescita economica. Secondo quanto riferito da un membro della BCE, “allo scenario di base verrà assegnata una probabilità di realizzazione inferiore al 50%”. La Banca Centrale sta infatti valutando diversi scenari, ma nessuno sembra offrire sufficienti garanzie per fare previsioni affidabili.

L’incertezza legata all’impatto dei dazi sulle economie europee può quindi condizionare le future scelte di politica monetaria. Per questo motivo, Unicredit ritiene che, nonostante l’attuale favore per un ulteriore allentamento, alcuni membri della BCE potrebbero chiedere una “pausa” fino a quando non sarà più chiaro l’effetto delle misure americane.

Altri tagli in futuro?

Secondo le stime di Unicredit, i tassi potrebbero scendere all’1,75% già nel mese di settembre. C’è però da precisare che il ritmo e la frequenza dei tagli futuri dipenderanno da diversi fattori, tra cui l’evoluzione dell’inflazione, l’impatto dei dazi e le scelte di politica fiscale dei paesi membri.

L’approccio della BCE rimane improntato alla flessibilità. Christine Lagarde, presidente della BCE, dovrebbe “lasciare la porta aperta a un ulteriore allentamento”, anche se è probabile che eviti di indicare con precisione la tempistica delle prossime decisioni. Secondo fonti interne, il consiglio direttivo continuerà a “stressare la dipendenza dai dati” per giustificare ogni mossa futura.