In attesa di andare a votare per il referendum abrogativo del’8 e 9 giugno 2025, rispolveriamo la storia d’Italia relativamente alle consultazioni referendarie degli anni ’90.
Gli anni ’90 in Italia furono anni di profonde trasformazioni e i referendum furono lo specchio di tali mutamenti epocali.
Indice
I referendum in Italia negli anni ’90
In quegli anni, il monumento della Prima Repubblica, Giulio Andreotti, finì due volte sotto processo con accuse gravissime: associazione mafiosa a Palermo ed omicidio del giornalista Mino Pecorelli a Perugia. Tangentopoli spazzò via un’intera classe politica, a partire dai socialisti. Gli italiani videro la nascita di nuovi partiti e Silvio Berlusconi divenne il protagonista della politica a destra.
Di seguito i numerosi referendum che animarono quel decennio.
3 giugno 1990: caccia e pesticidi
Tre i quesiti in gioco il 3 giugno 1990.
Quello sulla disciplina della caccia incassò 17.790.070 SÌ (92,20%) e 1.505.161 NO (7,80%). Quorum non raggiunto (43,36%).
Quello tramite il quale si chiedeva l’abolizione della possibilità per i cacciatori di entrare liberamente nell’altrui proprietà vide prevalere i SÌ con 17.899.910 voti (92,28%) contro 1.497.976 NO (7,72%). Quorum non raggiunto (42,92%).
Quello sull’abolizione dell’uso dei pesticidi vide prevalere il SÌ con 18.287.687 voti (93,51%) contro 1.270.111 NO (6,49%). Quorum non raggiunto (43,11%).
9 giugno 1991: voti per la Camera
Il 9 giugno del 1991 gli italiani si espressero sulla riduzione dei voti di preferenza, da tre a uno, nelle elezioni per la Camera dei deputati. SÌ con 26.896.979 voti (95,57%) contro 1.247.908 NO (4,43%). Quorum 62,50%.
18 aprile 1993: finanziamento ai partiti, droghe, abolizione dei ministeri
Il 18 aprile 1993, in piena Tangentopoli, gli italiani vennero chiamati a esprimersi su 8 quesiti referendari, fra cui quello passato alla Storia che riguarda il finanziamento pubblico ai partiti.
Quello sulle competenze delle Usl incassò 28.415.407 SÌ (82,57%) e 5.997.236 NO (17,43%). Quorum 76,85%.
Quello sulle norme in materia di stupefacenti vide prevalere i SÌ con 19.255.915 voti (55,36%) contro 15.529.815 NO (44,64%). Quorum 76,98%.
Quello sull’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti incassò 31.225.867 SÌ (90,25%) contro 3.373.039 NO (9,75%). Quorum 76,95%. Il referendum abrogativo aveva come obiettivo l’abrogazione del finanziamento pubblico diretto ai partiti politici.
Prima della riforma, i partiti ricevevano soldi pubblici per sostenere la loro attività. Tale prassi era percepita dai cittadini come fonte di sprechi e di corruzione. Nel 1994 fu introdotto un sistema di rimborso elettorale, che sostituì il finanziamento diretto con un meccanismo più trasparente e legato ai risultati elettorali.
Quello sulla privatizzazione delle casse di risparmio e dei monti di pietà vide 31.046.262 SÌ (89,80%) e 3.524.781 NO (10,20%). Quorum 76,87%.
Quello sull’abolizione del Ministero delle partecipazioni statali vide prevalere i SÌ con 31.234.897 voti (90,11%) contro 3.428.899 NO (9,89%). Quorum 76,86%.
Quello sulla preferenza unica per il Senato incassò 28.936.747 SÌ (82,74%) e 6.034.640 NO (17,26%). Quorum 77,01%.
Quello sull’abolizione del Ministero dell’agricoltura e delle foreste vide prevalere i SÌ con 24.325.394 voti (70,23%) contro 10.313.117 NO (29,77%). Quorum 76,89%.
Quello sull’abolizione del Ministero del turismo e dello spettacolo vide 28.528.528 SÌ (82,28%) e 6.143.898 NO (17,72%). Quorum 76,88%.
11 giugno 1995: privatizzazione della Rai e pubblicità
Ben 12 i quesiti in gioco l’11 giugno 1995.
Quello sulle rappresentanze sindacali (richiesta massimale) registrò 12.291.330 SÌ (49,97%) contro 12.305.693 NO (50,03%). Quorum 57,22%.
Quello sulle rappresentanze sindacali (richiesta minimale) vide prevalere i SÌ con 15.097.799 voti (62,14%) contro 9.197.089 NO (37,86%). Quorum 57,17%.
Quello sulla contrattazione nel pubblico impiego vide 15.676.385 SÌ (64,68%) contro 8.562.040 NO (35,32%). Quorum 57,36%.
Quello sul soggiorno cautelare ottenne 15.373.288 SÌ (63,68%) e 8.768.941 NO (36,32%). Quorum 57,25%.
Quello sulla privatizzazione della Rai vide prevalere i SÌ con 13.736.435 voti (54,90%) contro 11.286.527 NO (45,10%). Quorum 57,38%.
Quello sull’autorizzazione al commercio registrò 8.741.584 SÌ (35,63%) contro 15.792.453 NO (64,37%). Quorum 57,24%.
Quello sulle trattenute dei contributi sindacali vide prevalere i SÌ con 13.945.919 voti (56,24%) contro 10.850.793 NO (43,76%). Quorum 57,27%.
Quello sulla legge elettorale per i comuni registrò 12.154.969 SÌ (49,40%) e 12.452.250 NO (50,60%). Quorum 57,40%.
Quello sugli orari degli esercizi commerciali vide 9.348.000 SÌ (37,40%) contro 15.646.779 NO (62,60%). Quorum 57,34%.
Quello sulle concessioni televisive nazionali registrò 11.620.613 SÌ (43,07%) contro 15.357.997 NO (56,93%). Quorum 58,06%.
Quello sulle interruzioni pubblicitarie vide 11.985.670 SÌ (44,34%) contro 15.044.535 NO (55,66%). Quorum 58,12%.
Quello sulla raccolta pubblicitaria radiotelevisiva vide 11.713.935 SÌ (43,59%) contro 15.161.934 NO (56,41%). Quorum 58,07%.
15 giugno 1997: privatizzazione, obiezione di coscienza e magistrati
Sette i quesiti in gioco il 15 giugno 1997.
Quello sulla privatizzazione vide prevalere i SÌ con 9.539.459 voti (74,06%) contro 3.340.893 NO (25,94%). Quorum non raggiunto 30,15%.
Quello sull’obiezione di coscienza registrò 9.561.009 SÌ (71,69%) contro 3.775.660 NO (28,31%). Quorum non raggiunto 30,29%.
Quello sulla disciplina della caccia ottenne 10.936.576 SÌ (80,90%) e 2.581.753 NO (19,10%). Quorum non raggiunto 30,21%.
Quello sulle carriere dei magistrati vide prevalere i SÌ con 10.786.069 voti (83,55%) contro 2.123.452 NO (16,45%). Quorum non raggiunto 30,15%.
Quello sull’abolizione dell’Ordine dei giornalisti registrò 8.322.166 SÌ (65,52%) e 4.380.284 NO (34,48%). Quorum non raggiunto 30,04%.
Quello sugli incarichi extragiudiziari dei magistrati ottenne 11.160.923 SÌ (85,58%) contro 1.879.923 NO (14,42%). Quorum non raggiunto 30,20%.
Quello sull’abolizione del Ministero per le politiche agricole vide prevalere i SÌ con 8.589.746 voti (66,85%) contro 4.258.863 NO (33,15%). Quorum non raggiunto 30,05%.
18 aprile 1999: voto di lista alla Camera
Il referendum per l’abolizione del voto di lista nelle elezioni per la Camera dei deputati vide prevalere i SÌ con 21.161.866 voti (91,52%), contro 1.960.022 NO (8,48%). Il quorum non venne raggiunto per un soffio: 49,58%.
Questa era la storia dei referendum negli anni ’90. Tutto era iniziato con il referendum del 1946. La storia continua con i referendum dal 2000 a oggi.