La storia dei referendum negli anni ’90

Tutti i referendum degli anni '90 in Italia, dal finanziamento pubblico ai partiti dopo il terremoto Tangentopoli alla proposta di privatizzare la televisione di Stato

Foto di Mauro Di Gregorio

Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Pubblicato: 2 Giugno 2025 08:00

In attesa di andare a votare per il referendum abrogativo del’8 e 9 giugno 2025, rispolveriamo la storia d’Italia relativamente alle consultazioni referendarie degli anni ’90.

Gli anni ’90 in Italia furono anni di profonde trasformazioni e i referendum furono lo specchio di tali mutamenti epocali.

I referendum in Italia negli anni ’90

In quegli anni, il monumento della Prima Repubblica, Giulio Andreotti, finì due volte sotto processo con accuse gravissime: associazione mafiosa a Palermo ed omicidio del giornalista Mino Pecorelli a Perugia. Tangentopoli spazzò via un’intera classe politica, a partire dai socialisti. Gli italiani videro la nascita di nuovi partiti e Silvio Berlusconi divenne il protagonista della politica a destra.

Di seguito i numerosi referendum che animarono quel decennio.

3 giugno 1990: caccia e pesticidi

Tre i quesiti in gioco il 3 giugno 1990.

Quello sulla disciplina della caccia incassò 17.790.070 SÌ (92,20%) e 1.505.161 NO (7,80%). Quorum non raggiunto (43,36%).

Quello tramite il quale si chiedeva l’abolizione della possibilità per i cacciatori di entrare liberamente nell’altrui proprietà vide prevalere i SÌ con 17.899.910 voti (92,28%) contro 1.497.976 NO (7,72%). Quorum non raggiunto (42,92%).

Quello sull’abolizione dell’uso dei pesticidi vide prevalere il SÌ con 18.287.687 voti (93,51%) contro 1.270.111 NO (6,49%). Quorum non raggiunto (43,11%).

9 giugno 1991: voti per la Camera

Il 9 giugno del 1991 gli italiani si espressero sulla riduzione dei voti di preferenza, da tre a uno, nelle elezioni per la Camera dei deputati. SÌ con 26.896.979 voti (95,57%) contro 1.247.908 NO (4,43%). Quorum 62,50%.

18 aprile 1993: finanziamento ai partiti, droghe, abolizione dei ministeri

Il 18 aprile 1993, in piena Tangentopoli, gli italiani vennero chiamati a esprimersi su 8 quesiti referendari, fra cui quello passato alla Storia che riguarda il finanziamento pubblico ai partiti.

Quello sulle competenze delle Usl incassò 28.415.407 SÌ (82,57%) e 5.997.236 NO (17,43%). Quorum 76,85%.

Quello sulle norme in materia di stupefacenti vide prevalere i SÌ con 19.255.915 voti (55,36%) contro 15.529.815 NO (44,64%). Quorum 76,98%.

Quello sull’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti incassò 31.225.867 SÌ (90,25%) contro 3.373.039 NO (9,75%). Quorum 76,95%. Il referendum abrogativo aveva come obiettivo l’abrogazione del finanziamento pubblico diretto ai partiti politici.

Prima della riforma, i partiti ricevevano soldi pubblici per sostenere la loro attività. Tale prassi era percepita dai cittadini come fonte di sprechi e di corruzione. Nel 1994 fu introdotto un sistema di rimborso elettorale, che sostituì il finanziamento diretto con un meccanismo più trasparente e legato ai risultati elettorali.

Quello sulla privatizzazione delle casse di risparmio e dei monti di pietà vide 31.046.262 SÌ (89,80%) e 3.524.781 NO (10,20%). Quorum 76,87%.

Quello sull’abolizione del Ministero delle partecipazioni statali vide prevalere i SÌ con 31.234.897 voti (90,11%) contro 3.428.899 NO (9,89%). Quorum 76,86%.

Quello sulla preferenza unica per il Senato incassò 28.936.747 SÌ (82,74%) e 6.034.640 NO (17,26%). Quorum 77,01%.

Quello sull’abolizione del Ministero dell’agricoltura e delle foreste vide prevalere i SÌ con 24.325.394 voti (70,23%) contro 10.313.117 NO (29,77%). Quorum 76,89%.

Quello sull’abolizione del Ministero del turismo e dello spettacolo vide 28.528.528 SÌ (82,28%) e 6.143.898 NO (17,72%). Quorum 76,88%.

11 giugno 1995: privatizzazione della Rai e pubblicità

Ben 12 i quesiti in gioco l’11 giugno 1995.

Quello sulle rappresentanze sindacali (richiesta massimale) registrò 12.291.330 SÌ (49,97%) contro 12.305.693 NO (50,03%). Quorum 57,22%.

Quello sulle rappresentanze sindacali (richiesta minimale) vide prevalere i SÌ con 15.097.799 voti (62,14%) contro 9.197.089 NO (37,86%). Quorum 57,17%.

Quello sulla contrattazione nel pubblico impiego vide 15.676.385 SÌ (64,68%) contro 8.562.040 NO (35,32%). Quorum 57,36%.

Quello sul soggiorno cautelare ottenne 15.373.288 SÌ (63,68%) e 8.768.941 NO (36,32%). Quorum 57,25%.

Quello sulla privatizzazione della Rai vide prevalere i SÌ con 13.736.435 voti (54,90%) contro 11.286.527 NO (45,10%). Quorum 57,38%.

Quello sull’autorizzazione al commercio registrò 8.741.584 SÌ (35,63%) contro 15.792.453 NO (64,37%). Quorum 57,24%.

Quello sulle trattenute dei contributi sindacali vide prevalere i SÌ con 13.945.919 voti (56,24%) contro 10.850.793 NO (43,76%). Quorum 57,27%.

Quello sulla legge elettorale per i comuni registrò 12.154.969 SÌ (49,40%) e 12.452.250 NO (50,60%). Quorum 57,40%.

Quello sugli orari degli esercizi commerciali vide 9.348.000 SÌ (37,40%) contro 15.646.779 NO (62,60%). Quorum 57,34%.

Quello sulle concessioni televisive nazionali registrò 11.620.613 SÌ (43,07%) contro 15.357.997 NO (56,93%). Quorum 58,06%.

Quello sulle interruzioni pubblicitarie vide 11.985.670 SÌ (44,34%) contro 15.044.535 NO (55,66%). Quorum 58,12%.

Quello sulla raccolta pubblicitaria radiotelevisiva vide 11.713.935 SÌ (43,59%) contro 15.161.934 NO (56,41%). Quorum 58,07%.

15 giugno 1997: privatizzazione, obiezione di coscienza e magistrati

Sette i quesiti in gioco il 15 giugno 1997.

Quello sulla privatizzazione vide prevalere i SÌ con 9.539.459 voti (74,06%) contro 3.340.893 NO (25,94%). Quorum non raggiunto 30,15%.

Quello sull’obiezione di coscienza registrò 9.561.009 SÌ (71,69%) contro 3.775.660 NO (28,31%). Quorum non raggiunto 30,29%.

Quello sulla disciplina della caccia ottenne 10.936.576 SÌ (80,90%) e 2.581.753 NO (19,10%). Quorum non raggiunto 30,21%.

Quello sulle carriere dei magistrati vide prevalere i SÌ con 10.786.069 voti (83,55%) contro 2.123.452 NO (16,45%). Quorum non raggiunto 30,15%.

Quello sull’abolizione dell’Ordine dei giornalisti registrò 8.322.166 SÌ (65,52%) e 4.380.284 NO (34,48%). Quorum non raggiunto 30,04%.

Quello sugli incarichi extragiudiziari dei magistrati ottenne 11.160.923 SÌ (85,58%) contro 1.879.923 NO (14,42%). Quorum non raggiunto 30,20%.

Quello sull’abolizione del Ministero per le politiche agricole vide prevalere i SÌ con 8.589.746 voti (66,85%) contro 4.258.863 NO (33,15%). Quorum non raggiunto 30,05%.

18 aprile 1999: voto di lista alla Camera

Il referendum per l’abolizione del voto di lista nelle elezioni per la Camera dei deputati vide prevalere i SÌ con 21.161.866 voti (91,52%), contro 1.960.022 NO (8,48%). Il quorum non venne raggiunto per un soffio: 49,58%.

Questa era la storia dei referendum negli anni ’90. Tutto era iniziato con il referendum del 1946. La storia continua con i referendum dal 2000 a oggi.